Sono stati presentati a settembre, al Congresso europeo di medicina respiratoria di Monaco di Baviera, i risultati di una importante indagine svolta su 2.221 donatori di sangue dell’Avis di Milano. Lo screening, durato tre anni e mezzo, è stato compiuto dal Servizio di prevenzione e diagnosi precoce dell’Avis di Milano, insieme con lo staff del Reparto di riabilitazione respiratoria della Fondazione Don Gnocchi. Anche in questo caso, i nostri donatori sono stati un prezioso bacino di indagine per individuare la presenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva
(BPCO) in una popolazione per definizione ritenuta sana, in particolare fumatori e/o persone soggette a tosse frequente e con fiato corto. Con un semplice esame, infatti, che richiede di soffiare in uno strumento chiamato «spirometro » (nella foto), è possibile individuare malattie importanti che, diagnosticate ll’inizio, possono essere trattate migliorando la qualità della vita dei soggetti interessati.
La spirometria, infatti, introdotta in Avis qualche anno fa, è lo standard principale di riferimento per misurare la limitazione al flusso aereo nella rilevazione e cura dell’ostruzione cronica dei bronchi. Il campione selezionato dell’Avis consente quindi di svolgere un’azione efficace di diagnosi precoce: si è riscontrato infatti un tasso di prevalenza della patologia del 3,2%. In pratica, una settantina di donatori non sapeva di avere la patologia, perché ne trascurava o sottovalutava i sintomi. Nel 28% di questi, poi, la BPCO è risultata da moderata a severa. Una storia di asma, che è una infiammazione cronica dei bronchi che può determinare una broncostruzione reversibile, era presente nel 14% del campione e solo un 3% aveva l’asma senza l’ostruzione evidente dei bronchi. Una storia di fumo di sigarette era invece presente nel 53% dei casi in cui è emersa la malattia, mentre il 38% di fumatori è risultato negativo all’esame. Non sono state rilevate invece differenze di incidenza per età, genere o massa corporea.
L’obiettivo dello studio realizzato da Avis e dalla Fondazione Don Carlo Gnocchi, con il contributo tecnicostatistico del Gruppo Glaxo, era dunque di verificare la distribuzione dell’ostruzione delle vie aeree in un campione di popolazione apparentemente sana, oltre a costituire un importante servizio per i nostri donatori. La diagnosi precoce della BPCO, infatti, permette di migliorare lo stato di salute respiratoria e la qualità della vita dei pazienti e consente un abbattimento dei costi legati alla patologia, sia diretti che indiretti.